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Gente di mare allo specchio

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19 Ottobre 2017

Da quale parte del mondo proviene comandante?

Sono nato a Cosenza – da genitori sorrentini – dove ho vissuto la mia infanzia prima di trasferirmi a Sorrento e definirmi cittadino del mondo.

Come si è avvicinato al mare?

Sono figlio d’arte  mio padre e mio zio  erano rispettivamente direttore di macchina e comandante e quindi per me è stato naturale crescere, giocare e lavorare sul mare.

Scuola di formazione?

Dopo le medie sono andato al Nautico ”Nino BIXIO” di Piano di Sorrento dove, oltre che assolvere agli impegni scolastici, ho cominciato a “navigare” poiché ogni giorno prendevo il traghetto per spostarmi in penisola. Ho conosciuto un comandante che mi ha trasmesso una grande voglia di intraprendere la carriera mercantile; mi raccontava storie e aneddoti della sua lunga vita sul mare e mi permetteva dapprima di portare il timone nella traversata, e più tardi anche di fare la manovra di uscita dal porto.

Quali sono i suoi primi ricordi del mare e delle barche?

Non saprei dire quali sono i primi ricordi, perché il mare e le barche sono stati la mia infanzia. Quando non potevo andare a pescare con mio padre, passavo le giornate su una barchetta a remi aspettando che qualcuno avesse bisogno di un passaggio alla propria barca oppure giocando a simulare le manovre dei traghetti con due pietre legate a delle cime come ancore.

Com’è stato l’impatto col mondo del lavoro vero e proprio?

Ho sempre lavorato soprattutto durante l’estate quando la penisola sorrentina diventa molto vivace e ricca di attività. Ma il vero impatto con il mondo del lavoro l’ho avuto nel 1990 imbarcandomi come stagionale con Alilauro con la qualifica di mozzo – nel ’92 – a bordo delle navi contenitori MSC    con il grado di Allievo ufficiale mi sono reso conto che quello che avevo imparato a scuola era solo teoria. Ho avuto la fortuna di incontrare un Primo Ufficiale di grande esperienza che mi ha insegnato tantissimo, dalla navigazione astronomica alle procedure di carico.

Quali le prime esperienze in mare?

Le prime esperienze in mare le ho avute con piccole imbarcazioni da diporto.. Ma i più bei ricordi sono legati alle navigazioni oceaniche sulle navi containers, nel Mississippi e nel Mar Baltico.

Precedenti esperienze di comando?

Ho vissuto la mia prima vera esperienza di comando a bordo delle navi passeggeri MSC. Il mio comando, durato quattro anni, mi ha dato molte soddisfazioni, come per esempio il miglioramento dell’intera operatività della struttura.

Marina preferita?

In Mediterraneo direi Monaco Port Hercule, in Italia Venezia Zattere dove, negli ultimi quattro anni, abbiamo trascorso i mesi da ottobre a Febbraio. Posso dire che è la mia preferita sia per la sua posizione in centro a Venezia che per la tranquillità di ormeggio che offre.

Rotta preferita?

Difficile dire qual è la mia rotta preferita perché dipende molto dalla stagione e dal tipo di nave che si comanda. Mi affascinano molto i Caribi che ho avuto modo di conoscere bene e che reputo  incontaminati  terre dove è ancora la natura a farla da padrona.

La peggiore avventura mai capitata nella sua esperienza di capitano?

Ricordo una forte tempesta in Nord Europa attraversando il Golfo della Biscaglia con onde alte 15 metri.

Cosa pensa del suo ruolo di capitano e del mondo dello yachting in cui si trova ad operare?

Il mondo dello Yachting sta cambiando molto, non è più considerabile l’idea di lavorare pochi mesi estivi per poi fermarsi tutto l’inverno in un porto vicino casa. Le dimensioni cambiano, le normative si avvicinano sempre di più a quelle delle navi passeggeri, e quindi il ruolo del comandante investe impegno, responsabilità e sacrificio. Oggi è necessario rendersi conto che, se vogliamo essere competitivi in un mondo che è di quasi totale pertinenza degli anglosassoni, dobbiamo crescere. La IYM (Italian Yacht Masters), infatti, sta incentrando il proprio lavoro sull’acquisizione e il perfezionamento, da parte dei comandanti membri, di abilità, competenze e conoscenze professionali di alto livello, senza lasciare spazio alcuno all’improvvisazione.

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