Cetara

Un borgo cresciuto sul mare, a cui da sempre ha legato il suo destino, portando anche nel nome traccia della sua spiccata vocazione peschereccia. Cetara, dal latino “Cetaria”, ovvero tonnara, vive ancora oggi appieno la sua dimensione marinara, mentre le stagioni della pesca scandiscono il ritmo della vita comunitaria e l’avvicendarsi delle iniziative che attirano tra le sue caratteristiche stradine e i suoi monumenti turisti da ogni parte del mondo.

Distesa lungo il mare, in una piccola valle della Costiera Amalfitana ai piedi del monte Falerio, Cetara per la sua posizione nel golfo di Salerno ha giocato un ruolo importante come terra di confine tra il Principato di Salerno e il Ducato di Amalfi, di cui era l’ultimo avamposto. Esposta periodicamente alle incursioni dei Saraceni, da cui era stata occupata a lungo nel corso del IX secolo, per poi tornare a esserne solo preda a varie riprese nelle epoche successive.Proprio per celebrare una importante vittoria sui pirati, durante il dominio normanno fu edificata la chiesa di San Pietro apostolo, in stile romanico, che spicca per la sua posizione elevata all’interno del paese, distinguendosi, nella sua attuale versione con prevalenti elementi barocchi e una facciata neoclassica, per la grande cupola di maiolica policroma e il campanile quattrocentesco alto diciotto metri.

Risale al XVII secolo il complesso del convento con chiesa annessa di San Francesco, dalla cupola finemente affrescata. Nel convento è ora ospitato il Museo Civico, con quadri di artisti che ritraggono i loro luoghi di origine della Costiera. Altro importante edificio sacro della cittadina e l’ottocentesca chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

Altro caratteristico simbolo della lunga storia di Cetara è la torre vicereale, costruita a guardia del borgo nel 1567, dopo la più devastante delle tante incursioni saracene, con enormi perdite tra la popolazione e centinaia di prigionieri.

La fertile terra della valle consente la coltivazione di limoni e di viti, ma da sempre Cetara vive prevalentemente dei prodotti del mare, tonni e alici. E soprattutto la colatura di alici, presidio Slow Food, frutto di una procedura complessa che dura quasi un anno, dall’inizio della stagione di pesca, a marzo, fino ai primi di dicembre, quando il prezioso liquido ambrato, ricavato dalla lavorazione delle alici, viene imbottigliato e celebrato con un evento molto atteso, durante il quale si degusta la nuova colatura nei piatti dei menu appositamente studiati dai ristoranti della zona.

Oltre alla festa del patrono San Pietro, che si svolge anch’essa sul mare, l’estate cetarese è animata dalla spettacolare “Notte delle lampare”, che coinvolge residenti e turisti in una straordinaria battuta di pesca alle alici.

Vicino al porto peschereccio e all’antica torre, si apre la spiaggia della Marina, amatissima dai giovani. Molto frequentata è anche la spiaggia vicino al porto, da cui inizia ogni esplorazione della pittoresca località della Costiera.

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