Ercolano

Per Ercolano, l’antica città che la leggenda voleva fondata proprio da Ercole, sicuramente preesistente all’arrivo dei Greci, l’età imperiale aveva portato, come per le altre località costiere vicine, un periodo di grande splendore dal punto di vista urbanistico, con le ville dei nobili romani, e dunque economico e sociale.

Un’età d’oro a cui mise fine improvvisamente l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che tutto cancellò. Non trascorsero, però, molti secoli prima che si riformasse un nuovo insediamento costiero, testimoniato dalle vestigia paleocristiane custodite nella centralissima chiesa di Santa Maria a Pugliano, eretta a basilica nel 1574 e fulcro della nuova città che aveva preso il nome di Resina.I fertili terreni vulcanici favorevoli all’agricoltura, oltre alle attività legate al mare, compresa la pesca del corallo, e la lavorazione della pietra vesuviana resero florida la cittadina, che dal punto di vista storico era accomunata alle vicine Portici e Torre del Greco con le quali conquistò il riscatto dalla feudalità nel 1699.

Fu durante la costruzione a Portici della villa D’Elboeuf che un contadino, tale Enzechedda, nello scavare un pozzo in città trovò colonne e marmi antichi. Il duca D’Elboeuf acquistò il terreno e vi iniziò una sistematica attività di scavo che fece riemergere strutture e reperti del teatro dell’antica Ercolano romana. La notizia dei ritrovamenti fece il giro d’Europa e attirò l’attenzione su Resina, che divenne meta obbligata secondo la nuova moda del Grand Tour. La scoperta della Villa dei Papiri nel 1750 incentivò le visite, mentre, dopo la Reggia di Portici, lungo il corso principale di Resina furono edificate prestigiose ville nobiliari, “firmate” dai più grandi architetti e artisti del tempo. Su tutte, la Villa Campolieto opera di Luigi Vanvitelli e la Villa Favorita di Ferdinando Fuga, oggi parte integrante dell’itinerario del Miglio d’Oro.

Nel 1845 fu fondato l’Osservatorio Vesuviano e proprio Resina, che nel 1969 ha ripreso l’antico nome di Ercolano, è la porta di accesso al Vesuvio, attraverso i sentieri che consentono l’ascesa al vulcano più famoso del mondo.

Gli Scavi di Ercolano, dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1997, sono aperti al pubblico nel cuore della città come il vicino Museo Archeologico Virtuale MAV, che dal 2008 ne rappresenta l’ideale completamento.

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